La campagna di rilevamento fotografico nel territorio modenese individua ambiti paralleli alla via Emilia compresi tra la prima fascia pedecollinare ed il territorio di confine con le province di Mantova e Ferrara.
Nel territorio collinare la direttrice pedemontana è asse portante della struttura insediativa costituita dalle polarità di Sassuolo, Maranello, Vignola; negli ambiti di pianura si riscontra la persistenza di centri di media dimensione che si configurano come polarità territoriali
su cui si articolano la rete dei percorsi principali e secondari.
Al corridoio plurimodale est-ovest costituito dalla via Emilia, dalla linea del ferro, dal tracciato autostradale e dalla linea dell’alta capacità, si sovrappongono le direttrici storiche traverse, la Statale 486 costruita nel 1852 per ordine del duca di Modena Francesco V che percorre in parte la Valle del F. Secchia, la Via Giardini (realizzata dall’ingegnere P. Giardini 1766-76) che nel territorio modenese coincide con la strada statale 12 che collega Lucca al Brennero. Queste direttrici storiche mostrano, analogamente alla Statale Cisa nel territorio parmense e alla Strada della Lunigiana in territorio reggiano, un’accellerazione delle dinamiche insediative con un tessuto residenziale ed industriale affrettatamento concresciuto rispetto ad altre direttrici o circuiti.
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La pianura ad ovest di Modena, tra Campogalliano e Sassuolo, è interessata da un articolato sistema di interventi infrastrutturali (di interesse continentale) tesi a potenziare il sistema ferroviario e autostradale. In quest’area si trova la cassa di espansione del F.Secchia, realizzata per regolarne le piene, importante risorsa naturalistica e in sviluppo: il territorio golenale e quelli in adiacenza comprendono aree agricole, cave di sabbia, aree per attività sportive e ricrative legate all’acqua, grandi infrastrutture viarie, edifici di interesse storico-architettonico.
Il paesaggio di bassa pianura al confine con le province di Mantova e Ferrara nei territori del Comune di Mirandola, è caratterizzato dal particolare paesaggio dei paleoalvei dei fiumi Secchia e Panaro. Alcuni itinerari realizzati su rilevati consentono panoramiche sulle Valli con terreni di colore nero, spesso salati a testimonianza di una recente condizione palustre
(il paesaggio è simile alla pianura costiere della Grande bonifica ferrarese), in cui emergono case coloniche, costruzioni rurali ottagonali (i barchessoni), ville seicentesche, la pieve di S. Maria della Neve.