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LA STRADA RITROVATA

Estratto da:

La strada ritrovata
Problemi e prospettive dell’architettura della via Emilia

a cura di C. Quintelli
Festival Architettura Edizioni, Parma 2005

La fenomenologia eloquente della strada

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………………………………………….Come ci appare oggi questa antica strada consolare? In quali modi la utilizziamo dal punto di vista della fruizione insediativa? Rappresenta qualcosa e se si cosa per la popolazione che la abita? Basterebbe partire da alcune domande che chiunque potrebbe farsi nel momento in cui fosse consapevole di quante volte la utilizza, l’attraversa, la riconosce in quanto parte significativa della città che abita, per focalizzare un quadro dei fenomeni che ne caratterizzano la natura complessa, di strada, di via, di insediamento, di città, di territorio. Questo aspetto di un’identità partecipata da diverse componenti per scala, articolazione, natura funzionale, non può inoltre non farci constatare come il tema della strada, questo della Via Emilia in particolare e di tutte le strade a rilevante funzione poleogenetica in generale, sia di fatto un tema fortemente coinvolgente assetti insediativi ampi, paesaggi e architetture, ma potremmo dire società, costruiti su una reciprocità assolutamente necessaria tra infrastruttura e luoghi, tra mobilità e stanzialità.
Da questo punto di vista, e a premessa di quanto analizzato, si potrebbe allora affermare che il ripensare la Via Emilia equivale a ripensare il ruolo e l’identità delle città emiliane che su questa strada hanno determinato il proprio sviluppo.
Proviamo ora a transitare sulla Via Emilia, fermiamoci a rilevarne gli aspetti denotativi in quanto elementi indiziari di fenomeni in essere più o meno conclamati, assumendoli come materiale di partenza eterogeneo per un’indagine analitica da sviluppare in un quadro sistematico.

1. I limiti della sostenibilità del traffico - ……………………………………..
2. Lo spontaneismo insediativo contribuisce alla congestione della mobilità. ………………….
3. Apparizione e appartenenza. ………………………………………………………………
4. Dall’aggregato unitario all’articolato relativo. …………………………………..
5. Perdita del ruolo ordinatore. …………………………………………………………
6. Conurbazione ed economia dello spazio. ……………………………………………….
7. Cancellazione del corpo, cancellazione dell’identità. …………………………….
8. Strade parallele. ……………………………………………………………………
9. La pubblicistica della strada. ………………………………………………………….
10. Identità e arredo urbano. ……………………………………………………….
11. Intercalato paesaggistico e ruralità. ………………………………………………..
12. Il progetto lungo la strada. …………………………………………………………..


…………………………se nel caso lombardo la strada si caratterizza attraverso l’esigenza di un policentrismo centrico, ad affermare una gerarchia determinata dalla presenza di una città principale di riferimento, nel caso emiliano la strada trova una propria identità attraverso un policentrismo lineare, una sequenza di città, a partire da quelle oggi capoluogo di provincia, distribuite sulla strada senza significative prevalenze di ruolo. Un sistema metropolitano questo che necessariamente va a valorizzare il ruolo insediativo della strada nella sua continuità aggregativa, dove non prevale la funzione di collegamento quanto quella di supporto lineare all’attestato urbano che di tratto in tratto viene costruendosi lì in aderenza. Siamo di fronte ad una sorta di linearità centrica che di fatto crea attrazione ed effetto di convergenza lungo tutto il suo sviluppo. Tipologicamente, potremmo definire questo tipo di infrastruttura, dal punto di vista insediativo, quale strada-centrica.

……………………in questa chiave è più facile comprendere una valenza, ed una potenzialità, che la natura della strada ha direttamente nei confronti non solo delle città ma anche dei territori di cui si fa confine ed ambito di attestamento, relazione e scambio.

……………………………Il tema della natura della strada è allora non solo motivato da un generico interessamento conoscitivo, non è materia per il solo storico, il geografo, il sociologo o l’economista, ma anche per l’architetto che ne voglia riconoscere le suscettività su cui investire a partire dall’ottica progettuale, dall’interesse del progetto ad avvalersi di una natura, se colta appieno, capace di supportarne e renderne più efficiente e corrispondente in tutti i sensi l’azione. Altri modi, meno interrogativi e responsabili, si esplicano contro la natura propria della strada. E un intervento sbagliato, incapace di comprendere e valorizzare la strada, riverbera e ha effetti negativi non solo nel luogo in cui si realizza ma su tutto il corso di un lungo spazio insediativo che dobbiamo sempre comprendere nella sua unitarietà.

………………………………………Lo spazio della Via Emilia, se da una parte può e deve essere considerato anche nell’accezione di unico luogo a sviluppo longitudinale, dall’altra va letto in quanto sequenza di luoghi diversi e al tempo stesso analoghi fra loro. La strada assume una fisionomia luogo-sequenziale che introduce, per l’appunto, a problematiche di insieme e di singolarità. Per quanto riguarda l’insieme è evidente come la valorizzazione dello stesso può avvenire solo se capace di conformarsi in sistema, vale a dire in una pluralità di apporti consapevoli dell’azione reciproca e capaci di investire nell’efficacia di una sinergia per vocazioni e caratteristiche differenti. Una complementarietà virtuosa solo se capace di suscitare, registrare, disporre ed anche creare ex novo, laddove occorra, le condizioni di un sistema ad alta performatività di offerta funzionale, di fruizione, e di espressione rappresentativa, quindi di paesaggio.

…………………………………………………………….In generale la conservazione del carattere del molteplice dovrebbe essere condotta attraverso un attenzione architettonica al luogo-strada paritetica a quella ingegneristico infrastrutturale. Il carattere della strada comincia ad essere valorizzato attraverso la natura costruttiva e formale della carreggiata, non riducibile alla stretta sezione di un corso urbano ne tanto meno allo spazio indistinto di una strada a servizio di insediamenti periferici produttivi anzichè di commercio all’ingrosso. In parallelo, marciapiedi, parcheggi, aree di manovra e di rispetto all’edificato devono assumere una conformazione propria e corrispondente al tratto di riferimento, non banalmente appiattita sui modelli convenzionali di un arredo urbano riproposto da un’equivocità estetica spesso nefasta per incrinare il carattere, se non il fascino, dei luoghi, che trasmetta e conservi, nella sua multiforme espressività, la riconoscibilità della strada maestra, della strada consolare storica, monumento alla formazione del sistema insediativo emiliano.

 

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