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La Chiesa di San Luca è una architettura che interpreta tutta l´esigenza di una necessaria "responsabilità di quartiere". Dando forma agli interrogativi che sottostanno ad ogni opera di architettura diviene esercizio compositivo scaturito dalla riflessione sull´identità figurativa, sul posizionamento, l´orientamento, l´articolazione plastica e sui necessari elementi simbolici della moderna Domus Dei a partire dal dato tipologico.
La collana Architettura / composizioni è dedicata ad opere di architettura lette, analizzate e presentate in chiave compositiva. La logica strumentale dei diversi apporti mediante i quali il libro si struttura (presentazione fotografica, itinerario di progetto, intervista critica) ha la finalità di ricostruire un rapporto conoscitivo processuale, contestualizzato e trasmissibile nei confronti del progetto di architettura.
Intervista critica di Francesca B. Filippi
Progetti di Luciano Semerani, Antonella Gallo, Lamberto Amistadi
Si tratta di interventi pensati e parzialmente realizzati in tempi diversi, per committenze pubbliche diverse all´interno dell´Ecomuseo della Valle del Chiese Porta del Trentino.
Gli ecomusei inizialmente furono pensati per tutelare le tracce delle società rurali in un momento in cui l´urbanizzazione, le nuove acquisizioni tecnologiche e i conseguenti cambiamenti sociali rappresentavano un rischio reale di completo oblio di un patrimonio culturale millenario. Nella dimensione contemporanea della "città in estensione" essi rappresentano l´occasione per costruire e dar forma ad ambiti territoriali riconoscibili nei quali i cittadini possano vedere rappresentati i valori che li accomunano.
Documenti del Festival dell´Architettura 4, 2007-2008
Ad introduzione delle ricerche dedicate al tema del Festival, avanzavamo l´ipotesi di un paesaggio che esiste solo in quanto pubblico, conseguendone responsabilità dell´architettura e non solo.
Non una definizione quindi, ma una condizione da cui si è partiti per comprendere come il tema del paesaggio possa fare parte di una dimensione etica del progetto.
Tuttavia, in un mondo dove rispetto alla forma e alla materia prevale l´immagine del paesaggio, è sembrato opportuno aprire un confronto non scontato sull´affermazione di un tecnica paesaggistica e soprattutto sulla sua capacità di interpretare le reali esigenze della trasformazione insediativa.
Oltre ad ogni legge, gusto o politica dell´immagine, il paesaggio è fatto di cose, nella fattispecie di architetture, capaci di sottrarsi al valore di esposizione per farsi valore d´uso, superando vecchi e nuovi paesaggismi
Fenomenologia del paesaggio illuminato
Guardare/raccontare/progettare il paesaggio urbano illuminato.
Su questo rapporto, dove il piano dell´osservatore distratto si distingue da quello di chi osserva per conoscere e, quindi, per trasformare il paesaggio, e che si serve di "modi di guardare" il paesaggio per comprenderlo e modificarlo, si è basata la ricerca in cui abbiamo cercato di analizzare il ruolo della luce nella condizione urbana contemporanea.
Come sostiene Sedlmayr (La luce nelle sue manifestazioni artistiche, 1989) a proposito del rapporto tra opera d´arte, architettura e luce, la storia del rapporto tra luce, architettura e città non può prescindere da alcuni momenti in cui la luce è consapevolmente materia del progetto.
Tuttavia nella città industriale, la cui storia è associata al progressivo superamento della fiamma della candela e alla esplosione della luce bianca della lampada ad arco, la luce è fonte di shock (Benjamin) e quale strumento inconsapevole contribuisce alla conoscenza delle nuove strutture che trasformano il paesaggio e diventa una delle metafore della modernità.
Al percorso dell´inconsapevole interazione si affianca, in alcuni casi incrociandosi, il percorso del progetto della luce, che dagli anni Venti del Novecento ad oggi ha alimentato il dibattito architettonico.
Quindi progetto/non progetto, razionale/irrazionale, naturale/artificiale: la nostra lettura si è basata sulla verifica di queste dicotomie e sul confronto con le contraddittorie istanze del dibattito contemporaneo che ci ha condotti ad individuare suggerimenti, interpretazioni, ricerche artistiche, progetti architettonici, piani urbani, ma anche "sguardi" sul paesaggio illuminato, o interpretazioni del ruolo della luce nella città contemporanea (post-industriale, post-moderna, spettacolare...).
Testi di:
Storie di architettura. Progetto comunicazione consenso
In questi ultimi anni si è ritornati a riflettere sui rapporti tra architettura e comunicazione, con un confronto sui rapporti tra architetti e mass media, sulle modalità e strategie di comunicazione nei confronti della committenza e sulla valenza comunicativa dell´architettura, in un contesto in cui l´immagine ha assunto un ruolo nuovo rispetto alla tradizione precedente.
Si ripropone, oggi, quell´antinomia che Umberto Eco aveva definito in Apocalittici ed integrati tra quanti prendono atto di una delle attuali condizioni della architettura in cui la richiesta della "icona" come strumento per intervenire rilanciando un contesto urbano è divenuta prassi diffusa, fra chi nega il valore della comunicazione di massa o chi rivendica un differente ruolo dell´architettura.
Tutto questo si inserisce all´interno di una condizione di crisi in cui la tendenza di architetti e urbanisti ad uscire dall´ambito sino ad ora codificato della pratica progettuale per individuare strumenti di lettura e scrittura della realtà, corrisponde alla riflessione in ambito critico sul ruolo del progetto, sulle modalità di messa in forma delle volontà politiche piuttosto che delle necessità di marketing.
Saggio sull´architettura
Svolto in forma di saggio, questo testo analizza l´architettura della città di Mantova alla ricerca di una mantovanità intesa come insieme di caratteri specifici della sua identità culturali.
Nel ripercorrere diacronicamente gli eventi architettonici, dall´Umanesimo alla contemporaneit´, prendendo le distanze da una rigida impostazione di Storia urbana e tendente piuttosto a costituire un ideale proseguimento, opportunamente reinterpretato, degli studi sulle citt´ che un gruppo di architetti degli anni Sessanta tentarono nella fondazione di una Scienza urbana.
L´identità culturale della città è dimostrata nell´Architettura e verificata nelle altre arti: nella Musica, nella Pittura, nel Teatro, nella Letteratura, nella Poesia.
La tesi di fondo dimostra con approccio multidisciplinare l´ipotesi di una vera e propria officina mantovana, che importa i canoni razionali dei linguaggi ortodossi, manipolandoli, riadattandoli e trasformandoli in originali, nuovi linguaggi padani.
Architetti storici e compositivi a confronto
Nel novembre del 2003 si teneva a Parma un seminario dal titolo Scuola italiana di Architettura: crisi, continuità, evoluzione. Architetti-storici e architetti-compositivi a confronto dedicato al rapporto tra la componente storica e quella compositiva nell´avanzamento di un´idea di architettura.
Il seminario aveva l´obiettivo di raccogliere una serie di riflessioni, angolate rispetto ai diversi contesti geografici e culturali di appartenenza, da parte di alcuni esponenti della nuova generazione di architetti insegnanti di composizione, storia e critica dell´architettura, in merito ad una reciprocità necessaria tra il sapere storico e quello progettuale, quale dialettica distintiva della tradizione di molte scuole italiane.
I confini della città moderna: grandi architetture residenziali. Disegni di progetto degli studi Aymonino, Fiorentino, Gregotti
Confrontare questi progetti, a trent´anni di distanza, mettendo da parte tutte le polemiche relative alle lunghe e incomplete realizzazioni, alla complessità delle dinamiche sociali e al difficile rapporto con la committenza e le amministrazioni locali, significa in un certo senso confermare il giudizio di Manfredo Tafuri che, nella Storia dell´architettura italiana 1944-1985, segnalava i loro esiti come "esempi di intervento residenziale di respiro internazionale", meritevoli di uno specifico approfondimento.
Attraverso gli schizzi preliminari, i disegni esecutivi e i modelli, raccolti negli studi degli architetti, affiancati da un´antologia delle prese di posizione della letteratura critica, questa ricerca intende sottolineare alcuni aspetti caratteristici che accomunano le tre opere: 1) gli autori sono tra i più noti protagonisti di una stagione di grande fermento, anche teorico, della cultura architettonica italiana; 2) i progetti sono il risultato di un´attenta ricerca scientifica sul tema della tipologia residenziale e sul rapporto dell´architettura con la città e il territorio; 3) le figure architettoniche e urbane proposte, nell´attualizzare il riferimento all´avanguardia moderna, costituiscono un modello alternativo di sviluppo alla diffusione incontrollata della periferia metropolitana.
Il laboratorio di progettazione del Festival dell’Architettura prima edizione, 20-26 Settembre 2004
Nel palinsesto programmatico del Festival dell´Architettura, il Workshop Europeo costituisce lo strumento per la costituzione di una rete universitaria di scuole d´architettura che ricercano un confronto approfondito su metodologie didattiche ed interessi di ricerca.
Al termine di una settimana esplorativa di lavoro comune e reciproca conoscenza, l´esperienza della prima edizione di Settembre 2004 è raccontata attraverso gli elaborati della mostra Scuole d´architettura d´Europa ed i progetti del Laboratorio che le tredici delegazioni hanno redatto condividendo il tema di un´area da riconfigurare nel centro storico di Parma.
I luoghi dell´Emilia occidentale ed il gioco compositivo della città
L’assetto dell´Emilia occidentale, terra di passo riprendendo la definizione leonardesca attribuita alla sola Piacenza, la sequenza dei suoi centri lungo la strada consolare e le varie polarit´ che ne caratterizzano la struttura urbana, sono gli esiti di una continua dialettica tra componente insediativi e componente infrastrutturale.
In quest´accezione il sistema territoriale, le citt´ ed i luoghi sono i tre livelli di approfondimento della sintesi storica sviluppata nel testo in termini dichiaratamente strumentali alla messa a fuoco di una condivisa identit´ di sistema e di specifiche idee di citt´.
A partire dalle premesse culturali e dall´esperienza metodologica della conosciuta tradizione italiana di ricerca in ambito urbano, lo studio, pensato come supporto didattico ai laboratori progettuali applicati, ripercorre il divenire del sistema policentrico emiliano e l´avvicendarsi delle diverse fasi delle sue citt´ indagandone i caratteri invarianti nei nuclei rappresentativi principali e delineando per ognuna di esse specifiche attitudini tipo-morfologiche.
In questa chiave una riflessione sull´identità urbana dell´architettura viene proposta come riferimento utile ad un fondamento epistemologico del progetto ed a un suo radicamento contestuale.
Concorso di idee riservato a studenti di architettura e ingegneria
Un´ Istituzione, la Camera di Commercio di Parma, si interroga sulle potenzialità fruitive di una grande sala interna alla propria sede, un tempo adibita alle contrattazioni.
Il Festival dell´Architettura viene chiamato ad interpretare il tema e a prefigurare possibili scenari. Ne nasce un concorso di progettazione, aperto agli studenti di architettura e ingegneria, per cominciare a capire la natura della riconversione funzionale e rappresentativa di uno spazio che si vorrebbe già considerare una nuova piazza coperta per la città.
Problemi e prospettive dell´architettura della Via Emilia
Questa ricerca sulla realtà insediativa della Via Emilia, tra Piacenza e Bologna, ha come obiettivo la restituzione di una conoscenza del rapporto virtuoso tra architettura e infrastruttura quale supporto di una progettazione capace di restituire un ruolo ordinatore, rappresentativo, e di conseguenza una qualità identitaria alla strada consolare e al territorio che attraversa
Il metodo di approccio rileva una fenomenologia della via Emilia piena di contraddizioni, riguardo alle ragioni insediative della congestione del traffico, alla perdita di permeabilità percettiva di una campagna sempre più erosa dalla virulenza della conurbazione, alla banalizzazione e caricatura espressiva dell´architettura che la abita, sino al caso, ormai frequente, di interruzione fisica e di tracciato, tra svincoli e tangenziali, a cui corrisponde un automatico azzeramento del suo valore simbolico.
Il primo esito della ricerca mette a fuoco le criticit´ ma anche le prospettive per una diversa strategia di trasformazione della Via Emilia, primo ed autentico monumento regionale da cui deriva il sistema policentrico emiliano.