Enrico Bordogna, Gentucca Canella
Progetti di sviluppo comunitario in un’ipotesi macrourbanistica per il Sud Italia e l’area del MediterraneoL’esperienza che presentiamo riflette il lavoro di ricerca che abbiamo sviluppato negli ultimi anni alla Facoltà di Architettura Civile di Milano nel gruppo diretto da Guido Canella, nel quale abbiamo lavorato Marco Canesi, io stesso e altri più giovani come Luca Monica, Gentucca Canella e altri ancora.
I progetti riguardano delle ipotesi di intervento nel Sud Italia – Basilicata, Calabria, Area dello Stretto – e rimandano a una tradizione di lavoro inaugurata tanti anni fa da Guido Canella e Lucio S. d’Angiolini, che alla fine degli anni Sessanta avevano affrontato il tema dell’università in Calabria proponendo di costruire un contesto – produttivo, insediativo, culturale – idoneo all’insediamento universitario e al tempo stesso una tipologia universitaria funzionale a quel determinato sviluppo. Lo slogan che voleva condensare quella ricerca recitava infatti: “Una università per un contesto; un contesto per una università”.
Riccardo Campagnola
Progetti per la città antica. Ipotesi per una officina pavese Del rapporto tra generalità ed individualità, Pavia presenta una versione del tutto singolare, soprattutto nella dialettica tra lo schematismo dell’ancora intatto suo piano di fondazione e le idee di città che lo hanno storicamente interpretato.
Forse per questo i luoghi di progetto (tutti all’interno della sintassi della città antica) sono caratterizzati dalla tensione tra il loro evidente valore evocativo ed il contraddittorio volto della città attuale: essi in realtà sono quasi delle “rovine morfologiche”. Luoghi quindi che additano un determinato problema della città - un suo carattere irrisolto, un vuoto di senso all’interno della sua variegata immagine ecc - di cui gli storici edifici in rovina che li abitano, non sono che catalizzatori - e misura - di un possibile loro nuovo senso.
Le “rovine” sono diverse e segnano i diversi capitoli del destino della città: le labili ed evanescenti forme di un semplice muro in mattoni (segno di una mitica e filaretiana città ducale); la darsena ed il porto pensile innestato sulle sue neoclassiche forme; i “giardini borromaici” che circondano l’archetipo eponimo; l’evocazione della città medioevale affidata allo spettrale romanico di S. Mostiola o all’improbabile barocco della già romanica S. Dalmazio; il fiume, ancora in attesa di un ruolo compositivo; l’isolato a fronte del San Michele, luogo vittima di teoresi di “liberazione” dei monumenti; i lacerti, infine, lasciati da una delle “macchine urbanistiche” ‘800esche, la distruzione delle mura … e così via.
Giorgio Fiorese
Per un Hub della conoscenza (prima ipotesi di
localizzazione: Milano Bovisa)
Proposta di
un Centro regionale che esponga /diffonda / sperimenti temi inerenti a
innovazione scientifica e tecnologica, design, arte. Il Centro, integrando
iniziative già avviate in Città e Regione, svolgerebbe diverse attività, anche riferite
ad un contesto internazionale: alcune rivolte ad allievi universitari e/o
diplomati/laureati, altre estese a un gran numero di utenti.
La sede di Bovisa è proposta
per sei ragioni: 1. Centralità in Regione e grande accessibilità; 2. Attività
presenti (cinque insediamenti del Politecnico; Triennale Bovisa; sede di
Telelombardia; Istituto Mario Negri); 3. Vicinanza con Nuovo Polo Fiera Milano
e (si spera) Expo 2015, nonché con sedi della ricerca sia pubblica che privata;
4. Proclami del Comune (Bovisa sarà snodo
europeo di innovazione e ricerca); 5. L’area dei Gasometri ha diversi fabbricati storici (vincolati) utilizzabili; 6. L’aura donata a Bovisa dall’opera di tanti
artisti, tra cui Gabriele Basilico, Guido Canella, Jonathan Guaitamacchi, John
Hejduk, Ermanno Olmi, Giovanni Testori.
Forma urbis/Forma agri. Residenza e spazio pubblico a Cerignola
I progetti presentati si compongono entro un piano unitario, fondato sul progetto urbano che costituisce l’esito degli studi condotti nell’elaborazione del nuovo Piano regolatore generale di Cerignola, adottato nel 1999 dal Consiglio comunale e approvato nel 2004 dalla Regione Puglia.
Nel corso di questa esperienza, tuttora in atto, diversi luoghi della città hanno costituito opportunità e occasioni per intraprendere progetti di architettura nei quali le singole e specifiche condizioni si confrontano con i principi insediativi e con i caratteri urbani riconosciuti alla grande scala.