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Gigetta Tamaro
Stazione Rogers. Dettaglio dell'edificio dopo il restauro
La Stazione di Servizio dell' "Aquila” è stata progettata dallo Studio milanese BBPR tra il 1952 e il 1953.
È il periodo più fortunato per gli architetti Belgiojoso, Peressutti ed Rogers nato a Trieste da famiglia di origine ebraica e di cultura raffinata.
Sono gli anni in cui BBPR “innalzano” uno dei simboli di Milano: “la Torre Velasca”, mentre a Trieste Rogers progetta l'impianto urbanistico di Borgo San Sergio e l'atipica Stazione di Servizio di Riva Grumula per la Società di Raffineria del Petrolio “Aquila”. Piccola opera, curata nell'eleganza, nell'originalità della costruzione, sorprendente per un oggetto povero di valori simbolici e monumentali, quale è un'officina ed un distributore di carburanti. Ma per un architetto “moderno” un edificio “funzionale” costituiva un tema ricco di nobiltà, proprio perchè necessario come “strumento del lavoro” e meccanica, movimento, e persino traffico non potevano non costituire stimoli alla creatività.
Rogers, uno dei pochi Maestri riconosciuti a livello internazionale dell'architettura italiana del XX Secolo, affidava ai progetti per Trieste la responsabilità di rafforzare i legami di stima che manteneva con l'ambiente culturale della sua città natale.
La valorizzazione della Stazione di Servizio, è stata un atto dovuto della città nei confronti di un suo figlio illustre, che l'ha sempre amata.
Nel settembre 2006 il Comune di Trieste, proprietario dell'edificio (non più utilizzato), bandisce un concorso per affidarne la gestione a chi proporrà l'iniziativa più “meritevole sotto il profilo dell'interesse pubblico”.
Scriviamo: “il restauro per l'edificio è conservativo ed integrativo nelle parti senza alcuna variazione”.
Ma la destinazione è nuova; sarà un centro di informazione culturale. Vinciamo.
Troviamo gli originali disegni dei BBPR: un'onda leggera che accompagna la curva delle Rive è sospesa su “pilotis” e sovrasta tre sale tra loro slittate di mezza lunghezza, l'involucro arrotondato agli angoli, completamente separato dalla copertura e dalla struttura portante verticale, è rivestito con tesserine di ceramica chiara.
I serramenti che staccano le volte ribassate, hanno sottili profili di ferro verniciati in nero, le travi di cemento armato in rosso cinabro, l'interno delle volte in azzurro come il marchio della raffineria (un'aquila romana in volo).
La prima sala era ufficio e magazzino, le altre destinate agli impianti per la manutenzione delle automobili.
Il recupero porrà inevitabili problemi tecnici e di compatibilità tra conservazione ed innovazione .
L'edificio non è adeguato per un centro di informazione culturale, alcuni materiali devono essere sostituiti. La realizzazione di un progetto di servizio informativo ed espositivo richiederà l'introduzione di una nuova impiantistica, il degrado del manufatto è notevole.
Reintepreteremo senza modificare il carattere “essenziale” dell'edificio la sua articolazione spaziale per rendere elastica l'utilizzazione. L'ingresso, posto sull'unico fronte completamente vetrato porterà ad uno spazio di accoglienza completato da un “Spritz-point”, da un soppalco in metallo e vetro con una piccola scala d'accesso in legno che avrà funzione di retro-bar, da un box metallico per servizi.
Gli interventi minimi saranno indipendenti dalla scatola muraria esistente.
Ci proponiamo di sottolineare l'importanza della luce artificiale ed in generale la necessità di poter sviluppare un'estensione nella vita di Stazione Rogers al suo esterno.
Iniziamo una accurata indagine sullo stato di salute, le manomissioni, con un accurato rilievo.
Ci rendiamo conto quanto sia necessario approfondire la conoscenza dell'edificio, delle sue regole intrinseche delle sue misure e proporzioni.
E' necessario realizzare una maquette e farla studiare ed apprezzare ogni singolo dettaglio.
Procediamo per approssimazioni successive.
Ma è stato veramente il cantiere, seguito da Francesco Semerani, iniziato con le demolizioni delle superfetazioni nel tempo introdotte a rivelare i dettagli nascosti.
A far riconoscere particolarità costruttive ed espedienti.
Abbiamo verificato come sempre la costruzione sia stata piegata dalla forma-obbiettivo.
Facciamo il possibile per essere vigili, consapevoli di ciò che facciamo: operare un restauro “rispettoso” o piuttosto una rinascita, una interpretazione, non sempre perfettamente filologica?
Perfettamente filologica e la manutenzione giornaliera, la costante pulizia, la sostituzione giorno per giorno dei pezzi corrosi. Un trattamento senza domande.
Ma che differenza c'è tra il moderno e il contemporaneo se dietro ad ogni edificio c'è anche un nome di architetto-artista se non vivente, viventi i suoi figli, i suoi discepoli, i suoi amici?
Se l'opera si contigua con le persone o gli autori che differenza c'è se uno è già morto o deve ancora morire?
Siamo turbati: quanto più o quanto meno la vicinanza temporale agli originali autori ci legittima ad un intervento creativo?
D'altra parte gli edifici vengono anche demoliti, e se fosse il vostro o il nostro?
Altri stanno progettando qui a Trieste una terza torre incastrata fra le due nostre costruite a Cattinara. Ma il progetto non ha ancora compiuto 50 anni.
Si perché in Italia solo un edificio “pubblico” che ha compiuto 50 anni è messo sotto “tutela” della Soprintentenza ai Monumenti.
Ecco il discrimine: qualunque edificio “banale” o “d'autore” purchè sia di proprietà pubblica.
Ma in Italia le Soprintendenze si occupano di passato “storico”. Persino l'800 sembra di trascurabile interesse artistico, figuratevi il moderno, il contemporaneo poi! E pure proprio grazie a quei fatali 50 anni, la Stazione di Servizio Ex Aquila non è stata demolita.
Gigetta Tamaro
Presidente Associazione “STAZIONE E.N. ROGERS” - Trieste
PROPRIETÀ
Comune di Trieste
PROGETTO
Semerani e Tamaro Architetti Associati - Trieste,Venezia
DIREZIONE LAVORI
Francesco Semerani - Venezia
IMPRESA ESECUTRICE
Scarcia & Rossi S.n.c.
MAIN SPONSOR
Camera di Commercio di Trieste
SPONSOR TECNICI
Zinelli e Perizzi Arredamenti SpA -Trieste
Santex SpA - Trieste
Cooperativa Sociale Agricola Monte S. Pantaleone -Trieste
FOTOGRAFIE
Umberto Ferro - Venezia
Mario Bonfante – Verona
Silvia Fontana - Venezia