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Raffaella Radoccia
Il Bar Camp su “Rigenerazione urbana, spazi pubblici e partecipazione“
Nell’ambito della prima Biennale dello Spazio Pubblico - organizzata dall’INU, a Roma dal 12 al 14 maggio 2011 - si è svolto il Bar Camp “Rigenerazione urbana, spazi pubblici e partecipazione“. L’organizzazione della sessione in quattro corner, paralleli e posti in reciproca comunicazione, ha consentito di discutere e mettere a confronto strumenti, tecniche e modi di coinvolgimento sociale, culturale ed amministrativo, riferiti ad esperienze di partecipazione tra loro diverse e diversamente distribuite nel territorio italiano. Da un lato sono state presentate attività maturate all’interno di logiche pubbliche, come nel caso della costruzione dell’Urban Center di Pescara o dello svolgimento, ormai consolidato e consapevole, dei percorsi di progettazione urbana dell’Urban Center di Bologna. D’altro lato iniziative nate in maniera spontanea tra associazioni di cittadini e poi cresciute, spesso, in maniera conflittuale e secondo approcci ancora aperti, come nei casi romani dell’ EutOrto e degli Orti Urbani Garbatella o dell’ex Cinema Palazzo a San Lorenzo, che pongono la questione di luoghi al centro di una contesa sulle opportunità del loro recupero ed utilizzo. Indagini condotte con continuità in spazi di esclusione ed attuale rigenerazione, come nel caso del laboratorio Sottovuoti al Quadraro o del Coordinamento Corviale Domani. Esperienze, in corso di maturazione, relative alla riqualificazione dei parchi periurbani di Roma e Terni, sulla scorta dei più noti esempi europei. Esperienze molto conosciute, che accolgono insieme uno specifico obiettivo progettuale ed un profondo valore storico e sociale, come nel caso del laboratorio di Renzo Piano a Otranto nel 1978, dei laboratori di Gian Carlo De Carlo a Urbino e a Lastra a Signa o delle Brigate SAAL, coordinate da Nuno Portas ed itineranti nelle periferie portoghesi, sempre nel corso degli anni settanta. Ancora attività, ormai strutturate e realizzate anche in collaborazione con università e centri di ricerca, mirate sia alla pianificazione urbana come quelle di Bologna, Ravenna, Potenza, Genova e delle città Balcaniche, sia alla pianificazione territoriale e d’area vasta, come quelle promosse dalla Regione Veneto per il PAT.
L’insieme delle riflessioni hanno contribuito a far emergere una nuova prospettiva. Negli ultimi anni lo spazio collettivo e di aggregazione sembra spostarsi non solo dalle piazze e dai centri storici, ma anche dagli ipermercati e dai centri commerciali, fino a coinvolgere ambiti residuali e spesso marginali, aree interstiziali verdi e spesso periferiche, ove si muovono flussi di relazione, ancora non del tutto conosciuti. Ovvero negli ultimi anni la ricerca dello spazio pubblico sembra collocarsi all’interno di luoghi, tradizionalmente associati a forme di sopravvivenza metropolitana, ove adesso sembrano emergere nuove forme di socialità, sembrano aprirsi inesplorati corridoi ambientali, nascono opportunità di integrazione e di crescita economica, pur tra larghi ed non del tutto inattesi appetiti speculativi.
In maniera ancora aperta, il Bar Camp sembra, dunque, aver portato contributi innovativi al dibattito sullo spazio pubblico durante questa prima Biennale. Da un lato la discussione pare aver mostrato come l’attuazione e la sperimentazione di percorsi partecipativi, diversificati ed anche tra loro alternativi, possa contribuire a comprendere spazi contemporanei, con l’idea di superare la marginalità urbana, l’esclusione sociale ed il degrado ambientale. D’altro lato la discussione pare aver contribuito a sostenere un approccio partecipativo al progetto urbano contemporaneo, introducendo elementi che possono sostenere le correlazioni spaziali ed irrobustire la collaborazione tra cittadini ed amministrazioni, fino a definire innovative linee di intervento per le nostre città e per il loro territorio.
Raffaella Radoccia - Presidente INU Abruzzo e Molise