Scegli la Lingua

Festival dell'architettura

Ti trovi in: Home page > Archivio Magazine > Spuikwartier. Una downtown per L'Aia

Spuikwartier. Una downtown per L'Aia

Tensioni metropolitane olandesi

Luigi Pavan

Le torri dello Spui dalle aree di ristrutturazione del Rivierenbuurt [foto David van Keulen]

Le torri dello Spui dalle aree di ristrutturazione del Rivierenbuurt [foto David van Keulen]

Je maintiendrai [io manterrò], il motto continuista della casa reale dei Paesi Bassi si è, per secoli, perfettamente adeguato alla natura di una città sostanzialmente conservatrice come L'Aia. Chiusa tra le dune sabbiose della costa e la rete interna dei canali che innervano quartieri di case a tre piani, L'Aia si è sviluppata all'incrocio degli assi rappresentati dal Prinsengracht-Grotemarkt e lo Spui, in prossimità del Binnenhof, la sede parlamentare nazionale.
Nel più recente dopoguerra la città ha però visto assommarsi numerose e spesso incongrue proposte di riordino urbano, ereditate tanto dalle incoerenze pianificatorie ottocentesche quanto da un disordinato processo di crescita. Molte delle realizzazioni a grande scala vertono sulla permanenza di sedi ministeriali o sul ruolo cruciale svolto dall'hub della Centraal Den Haag, la principale stazione ferroviaria. Tale infrastruttura rappresenta, fin dall'inizio del '900, un elemento attrattore e, al contempo, il maggior vincolo alla crescita urbana. Già nel 1908 Berlage tenta di aggirare tale barriera nel suo piano generale d'ampliamento ma, pur impostando il problema, non apre a soluzioni. Dopo quasi un quarantennio di inazione è con Willem Marinus Dudok, architetto capo della città tra il 1946 e il 1950, che la questione viene ripresa inaugurando però tensioni tra opposte fazioni progettuali, moderniste e tradizionaliste, in una sequenza di piani abortiti e soluzioni parziali. Volontà politiche, inerzia legislativa e dissidi locali avrebbero accompagnato la storia urbana dello Spui fino a tutti gli anni '70 sancendo, fino ad oggi, l'inestricabilità del problema della stazione. Alcuni significativi momenti rischiarano a tratti la complessa vicenda: tra questi è lo Schedeldoeksplan, presentato da Pierluigi Nervi con un gruppo di developers locali che, nel 1962, propone il futuro Leitmotiv dello Spui con una torre in cemento e vetro alta 140 metri. Il naufragio imprenditoriale del progetto inaugura tuttavia una soluzione “per architetture” di questa cruciale area urbana che stentava nelle secche pianificatorie improntate alla sola dimensione infrastrutturale o viaria. Nei tardi anni ’70 è l'opera progettuale di Carel Weeber a svolgere un importante ruolo di catalizzatrice nell'individuare i principali nodi urbani dello Spui, aprendo le porte alle iniziative architettoniche dei decenni seguenti, sebbene talvolta in forme dissimili dalle premesse. 
Lungo i tracciati dei canali interrati di fine ottocento e particolarmente sul La.Vi. Kavel, il lotto dell'ex ministero della pesca e agricoltura, convergeranno i principali interventi di rigenerazione urbana all'insegna del costruire in altezza. Questo processo di riqualificazione ha visto una significativa accelerazione all'inizio degli anni '80, particolarmente le iniziative del sindaco van Duvesteijn nell’operazione per il nuovo municipio affidato a Richard Meier. Tale opera innesca una rivalutazione complessiva dell’area cui presto si aggiunge, dal 1988, il masterplan “De Resident” di Robert Krier. Nel volgere di un decennio l’area cambia volto e raccoglie imponenti complessi ad uffici, quasi tutti ministeriali, quali il grattacielo di Kohn-Pedersen-Fox, le torri di Pelli e Graves, un intervento più misurato di Natalini oltre ad una torre dello stesso Krier. L’operazione comprende anche una revisione dei tracciati viari e tramviari che giungono ad attraversare l’enorme mole del vicino Ministero dell’abitazione e territorio di Jan Hoogstad per sboccare, in quota, entro la stazione ferroviaria centrale. Al contempo il gruppo Oma di Rem Koolhaas opera l’interramento di una parte consistente delle linee tranviarie che corrono lungo il Grotemarkt convergendo nello Spui.
Dopo il progetto “deResident” un nuovo piano di sviluppo municipale per l'area viene approvato nel 2002 in seguito ad alcuni fondamentali passaggi normativi nati tra il 1988 e il 1991: i piani-programma “Vinex” si traducono in efficaci strumenti di recupero e riuso mentre la Vierde nota over de ruimtelijke ordening (Quarto documento sull'ordinamento spaziale) mira, tra le altre cose, alla riduzione della circolazione delle auto private nella prospettiva di un incremento delle infrastrutture di mobilità pubblica. Il nuovo piano parziale per lo Spui – la parte denominata Wijnhavenkwartier - colloca nuove e significative volumetrie valutando allineamenti, altezze - fino a 140 metri - e specialmente traguarda le visuali delle nuove torri che si confrontano con gli assi urbani, il litorale e le altre emergenze.
Al termine di un ventennio di realizzazioni, Rotterdam vede oggi contesa dalle altre città olandesi la sua vocazione di città dei grattacieli: se Amsterdam conta più di dieci torri comprese tra i 94 e i 150 metri costruite dopo il 1995, L'Aia ha nello Spui, dopo non pochi dibattiti e preoccupazioni per la salvaguardia dei luoghi storici nazionali, il luogo deputato ad accogliere edifici ad alta densità. Con le appena concluse torri ministeriali di Hans Kollhoff e quella contigua, quasi interamente residenziale, dello studio Rapp+Rapp il quartiere può dirsi prossimo ad una formalizzazione definitiva. In particolare la torre De Kroon di Rapp (125 metri) si misura con il Turfmarkt e l'asse dello Spui secondo una soluzione formale la cui perentoria monumentalità, memore dei grattacieli americani di inizio 900 e della tettonica di Perret, prefigura una revisione del principio abitativo entro una città media europea come L'Aia.
A breve distanza la torre residenziale del complesso New Babylon, di Meyer e van Schooten, sovrasta la stazione centrale e fa da cerniera tra l’area dello Spui e i notevoli interventi in altezza del contiguo Beatrixkwartier, quasi a sancire il bisogno di orizzonti lontani di un popolo che vive sotto il livello del mare.

Luigi Pavan, docente a contratto in Composizione architettonica a Venezia e Udine, è tutor presso il Dottorato di ricerca in composizione architettonica dello Iuav di Venezia.

Bibliografia
V. Van Rossem, Civil art: urban space as architectural task. Rob Krier in The Hague: The Resident, Nai Rotterdam 1996.
B. Colenbrander in Rapp+Rapp. De Kroon, an european skyscraper, Nai : Rotterdam 2012.


Rapp+Rapp e Kollhoff, vista delle torri dal Turfmarkt, L'Aia 2012 [fonte web: flickr]

Rapp+Rapp e Kollhoff, vista delle torri dal Turfmarkt, L'Aia 2012 [fonte web: flickr]