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Festival dell\'Architettura on The Skira Yearbook of World Architecture 2007-2008 Festival dell\'Architettura 4 / Fotogallery
27/07/2024
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A TRAVEL AROUND MY ROOM: DESTINATION WORLD. THE LANDSCAPES OF GOOGLE EARTH

Alberto Salarelli

©Google - ZOOM
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Fratello di Joseph, celebre filosofo controrivoluzionario, Xavier de Maistre è ricordato nella storia della letteratura (minore, in verità) per aver scritto nel 1794 durante gli arresti domiciliari causati da un duello non autorizzato, un delizioso libretto intitolato: Viaggio intorno alla mia stanza. L’esperimento di De Maistre consiste nella possibilità, partendo dagli elementi che riempiono lo spazio in cui siamo immersi, di sfondare le barriere geo/temporali per giungere alla definizione di nuove traiettorie del pensiero in grado di collegare fra loro oggetti, e – tramite il ricordo – tempi. Ne consegue la definizione di una struttura narrativa fatta di connessioni, percorsi, rimandi: insomma, di quegli elementi che Vannevar Bush – padre di tutti gli ipertesti – chiamava trails.
Se De Maistre era condizionato (e in questo innanzitutto consiste l’interesse del suo esperimento) dalla limitatezza della stanza nella quale era stato confinato, e dunque dalla relativa scarsità di elementi con i quali costruire una prospettiva di viaggio, oggi grazie alla telematica i percorsi che si dipartono all’interno delle nostre stanze hanno la possibilità di allargarsi a visioni esterne ai muri che ci circondano, virtualmente in grado di comprendere tutto il pianeta e anche di più. Se consideriamo le potenzialità di Google Earth ci possiamo facilmente rendere conto di come il viaggio che parte dalla nostra stanza sia in grado di offrirci una molteplicità di possibili punti di vista: possiamo scegliere una visione del mondo zenitale, possiamo visualizzare immagini realizzate ad altezza d’uomo, possiamo muoverci all’interno delle metropoli sfogliando album di riprese orbicolari. Ma la dimensione fotografica è soltanto uno dei livelli della navigazione. Grazie agli overlay lo spazio di
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Google Earth si apre alla possibilità di interventi di modellizzazione tridimensionale che – seppur innestati sulla base fisica della referenzialità geografica – si rivelano chiavi d’accesso a quello che è il “doppio” del paesaggio, la sua componente virtuale, magari da esplorare attraverso un simulatore di volo. Quali sono i risultati di questa commistione? In attesa di poter formulare ipotesi più meditate, consideriamo questo: se la fotografia consente di “creare” il paesaggio in quanto modo di vedere il mondo prima ancora di essere tecnica di ripresa, Google Earth diviene ad un tempo caleidoscopio delle possibili visioni fotografiche del pianeta e soglia di accesso a un nuovo livello di percezione spaziale dove i paesaggi vengono “ricreati” partendo dal presupposto dell’esistente per aprirsi ad una dimensionalità che, come scrive Paul Virilio, risulta essere “l’amplificazione dello spessore ottico delle apparenze del mondo reale”. La visione di Neil Armstrong dalla luna – “that that tiny pea, pretty and blue” – non è più la stessa del viaggiatore contemporaneo che, dalla sua stanza, vede comparire un globo azzurro quando lancia Google Earth.

 

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4.c THE LANDSCAPE AND ITS DOUBLE
   
THE LANDSCAPE IN EUROPE WUNDERTAL PAESAGGI DELL'ARCHITETTURA ECO-VIRTUOSA LANSCAPE OF THE MEMORY: EDVARD RAVNIKAR-BOGDAN BOGDANOVIĆ GARATTI - GOTTARDI - PORRO JOHN HEJDUK LANDSCAPE GEO(photo)GRAPHY  - PARMA LANDSCAPE GEO(photo)GRAPHY  - REGGIO EMILIA LANDSCAPE GEO(photo)GRAPHY - MODENA CITY AND LIGHT VIA EMILIA PROJECT THE LANDSCAPE AND ITS DOUBLE GIORNATA TRIBUTO VIA EMILIA