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Festival dell'architettura

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João Barros Matos / Rui Mendes

Il workshop in architettura

Un processo di apprendimento in progress

Workshop Fortified Places dans le Grand Paris, École Superieur de Paris-Malaquais - ZOOM

Workshop Fortified Places dans le Grand Paris, École Superieur de Paris-Malaquais

Abstract

Si riconosce che il workshop costituisce un modello dinamico di apprendimento, in continua evoluzione e sperimentazione, e in grado di essere costantemente riformulato per giungere a nuove e stimolanti situazioni per insegnare la pratica dell'architettura. Si tratta infatti di un modello particolarmente adatto alla ricerca di un approccio globale e coerente al progetto architettonico, dato che evita di separare gli argomenti in frammenti isolati nel processo progettuale. Riunire i gruppi di lavoro nello stesso spazio e nel tempo limitato a disposizione richiede un pensiero intenso e un ritmo di produzione che aiuta a migliorare il rapporto tra i riferimenti teorici riportabili al soggetto trattato e gli aspetti relativi all'elaborazione e alla comunicazione del progetto architettonico.


«Non si può insegnare l'architettura, ma si può educare un architetto.»

João Batista Vilanova Artigas


«(…) dovremmo parlare di letteratura, di filosofia, fin a quando uno di loro si annoia e dica: “Ma professore, non parlerà di architettura?” “Ma è di questo che sto parlando” Perché è necessario avere il coraggio di costruire qualcosa che permetta a questo discorso di essere continuato, ossia il nostro futuro nel pianeta.»

Paulo Mendes da Rocha


Sul processo di apprendimento in architettura.

All'interno di un processo di apprendimento in architettura possiamo sempre riconoscere questioni di minima e questioni di massima come spiega Luis Rojo: ci sono tecniche da controllare, mezzi coi quali operare, e le relazioni da stabilire con la realtà (la questione dei minimi). Ma c'è anche una riflessione intellettuale su ciò che ci circonda, un modo di vedere il mondo in cui viviamo attraverso l'architettura: questa è la questione dei massimi. (1). Il workshop, inteso come modello di apprendimento, si adegua in particolar modo alla questione dei massimi all'interno di un approccio globale e coerente al progetto, evitando la divisione dei temi in frammenti separati e isolati durante il processo di progettazione. La concentrazione dei gruppi di lavoro in uno stesso spazio condiviso e in un lasso di tempo limitato impone una intensità di concentrazione e un ritmo di produzione che migliora la relazione tra i riferimenti teorici della produzione disciplinare e gli aspetti relazionati con la produzione di elementi di lavoro e di comunicazione del progetto architettonico stesso.

Il workshop è uno spazio adatto alla coesistenza e al confronto di differenti metodi e approcci al progetto introdotti dai differenti professori. Di fatto, la percezione stessa delle differenti metodologie e forme di approccio del progetto è una questione essenziale nell'educazione dell'architetto. In questo ambito, le conferenze, le visite e le sessioni successive di analisi dei lavori realizzati durante il processo di progettazione sono contributi decisivi in quanto stimoli alla ricerca e alla produzione di elementi chiave. La convivenza e l'articolazione dei distinti moduli di insegnamento impongono ritmi differenti e intensità di pensiero e di produzione. L'obiettivo comune di moduli di insegno con durate distinte, di 180, 20 o 5 giorni, è quello di operare in modo intransigente sull'intero universo della produzione del progetto, attraverso processi di sintesi adeguati alla durata di ciascuna delle fasi di lavoro, senza per questo ridurre la sua complessità e ricchezza.

L'ambizione di ottenere risultati in un periodo di tempo limitato porta a superare alcune importanti fasi del progetto, ma, al tempo stesso, permette un ragionamento più intransigente rispetto a determinate questioni chiave, con lo sviluppo di un approccio più libero e con un maggior livello di astrazione. In termini di processo di lavoro, possiamo trovare alcune somiglianze con il metodo di lavoro in un concorso di architettura, anch'esso soggetto a forti restrizioni di tempo. In questo ambito, le caratteristiche specifiche che coinvolgono il processo di lavoro in un workshop contribuiscono alla chiarificazione delle distinte fasi di lavoro: dall'analisi e comprensione del sito di progetto e dei vincoli, alla definizione dei proncipî generali della proposta e alla loro stessa verifica e sviluppo, fino alla produzione di elementi per la rappresentazione.

Laboratori di architettura: tre esperimenti.

Conentriamo ora l'attenzione su tre workshop ai quali abbiamo partecipato, analizzando e confrontando i differenti modelli di lavoro: due workshop avvenuti all'Università Autonoma di Lisboa, UAL, con la partecipazione di professori di differenti università e studi nazionali e internazionali, e il workshop “Fortified Places”, a Parigi, con la partecipazione dell'École Supérieur de Architecture de Paris, e delle Università di Venezia, Siviglia e Évora.

Il Dipartimento di Architettura della UAL ha organizzato vari workshop di breve durata, integrati nelle unità curriculari del corso di progettazione del V anno con l'intento di dare un inizio energico al lavoro nell'ultimo semestre del corso. Il workshop “Cascais. Uma escola para o Vale de Caparide” (2) è avvenuto in questo ambito, nel 2007, in associazione col Dipartimento di Architettura dell'Università di Évora. Il workshop ha visto coinvolti i docenti di progettazione delle due università e quaranta alunni, venti di ciascuna delle due facoltà, organizzati in cinque gruppi, ciascuno don due professori e otto alunni, quattro per università, per la durata di dieci giorni. Una volta preparati i disegni iniziali del territorio, la visita iniziale ha permesso di centrare l'approccio rispetto al programma enunciato. Il lavoro è stato svolto in modo intenso, costruendo differenti approcci, l'identificazione di diversi temi di lavoro, ragionamenti e processi investigativi. Successivamente, gli elementi prodotti hanno costituito un importante contributo per l'evoluzione del lavoro del semestre didattico di ciascun alunno. Il materiale di questo workshop non è stata pubblicata

Il Seminario Internazionale di Architettura “Vale de Carenque, Cascais: do vale ao oceano, SIA10” (3), è stato l'ultimo di una sequenza di incontri annuali organizzati dalla UAL all'inizio di ogni anno accademico tra il 1999 e il 2009. In dodici giorni, studi di architettura di chiara fama organizzati a coppie a formare cinque gruppi composti, ciascuno, da circa otto studenti provenienti da differenti università e paesi. Ogni gruppo ha organizzato una riflessione riguardante un luogo predefinito stabilendo le principali linee di investigazione circa il progetto. L'autonomia di lavoro di ciascun gruppo ha permesso la definizione specifica dei principali elaborati grafici da realizzare durante lo sviluppo del lavoro e quelle da produrre per la presentazione finale. Nell'ambito del seminario si sono tenute conferenze, presentazioni e visite guidate, in collaborazione con la municipalità di Cascais che ha contribuito in modo decisivo alla costruzione delle informazioni di base e inquadramento essenziali allo sviluppo delle strategie di progetto. Le conferenze tenute dagli architetti invitati e una conversazione registrata tra ogni coppia di architetto sono state un eccellente stimolo per l'evoluzione dei lavori, costruendo una documentazione rilevante nell'organizzazione della pubblicazione dei risultati dei lavori del workshop. Il risultato dei lavori è stato presentato pubblicamente alla presenza degli architetti invitati e dei dirigenti del Comune di Cascais. La pubblicazione dei lavori è in stampa, in formato stabilito dalle precedenti edizioni.

Il terzo caso che analizziamo è il workshop “Fortified Places dans le Grand Paris” (4), un programma intensivo Erasmus, tenutosi a Parigi nel febbraio 2014 con la partecipazione delle quattro succitate unitersità e nella sequenza dei workshop realizzati negli anni precedente a Venezia e a Siviglia. Il workshop ha visto coinvolti sedici docenti, nella maggior parte di progettazione o di altre discipline legate all'architettura, quattro di ciascuna delle università partecipanti e quaranta alunni, dieci di ciascuna delle scuole, nel corso di diciassette giorni. In questo caso sono state adottate l'organizzazione e la metodologia testate negli incontri degli anni precedenti: gli alunni sono stati divisi in dieci gruppi da quattro studenti di cui uno di una facoltà diversa. Il workshop ha incluso un importante ciclo di conferenze, alcune delle quali dei docenti partecipanti che presentavano lavori di ricerca direttamente relazionati con il tema del workshop. In questo caso il lavoro sviluppato da ciascuno dei gruppi è stato accompagnato da tutti i docenti partecipanti, simultaneamente, risultando un intenso e proficuo confronto di idee e punti di vista sulle questioni essenziali del progetto. Le sessioni di dibattito con i vari professori con differenti modi di vedere e pensare, hanno permesso di consolidare in modo graduale i percorsi di ciascuna delle proposte progettuali. Il questo caso il ruolo svolto da ciascun professore ha inciso in modo particolare nella messa in discussione e nello svolgimento delle idee progettuali, alla ricerca di una coerenza generale. La presentazione finale è stata fatta da ciascun gruppo di alunni, in un'unica sessione, con una giuria invitata, nella quale sono state attribuite votazioni e premi ai gruppi con le proposte migliori.

Nei primi due casi, il sistema di apprendimento ha seguito da vicino la struttura di uno studio di architettura vero e proprio, essendo il lavoro svolto in gran parte secondo il coordinamento e la guida di docenti di progettazione o di architetti responsabili. In questo tipo di organizzazione si può riconoscere la simulazione di una struttura di studio, seguendo un processo di apprendimento comune, tipico del mondo delle arti e dei mestieri, basato sull'apprendimento diretto dal fare del maestro. In questo ambito, il secondo caso è stato quello che si è maggiormente approssimato al tipo di lavoro di uno studio professionale di progettazione. In un contesto in cui è incentivato l'ottenimento di risultati visibili in un lasso di tempo contenuto, questo tipo di organizzazione tra docenti e alunni in gruppi di lavoro, implica la definizione rapida e chiara di strategie di progettazione da parte dei docenti, attraverso il coordinamento della produzione di elaborati grafici e di presentazione in grado di rendere agile l'intero processo. Questo tipo di organizzazione ha avuto l'esito di essere particolarmente favorevole alla creazione di un clima da concorso di idee tra i diversi gruppi, alla ricerca di risultati visibili per la presentazione finale. Nel terzo caso, il modo pre-definito di organizzare il lavoro, con gruppi di allievi assistiti, simultaneamente, da tutto il gruppo docente, ha conferito al lavoro degli alunni una maggiore autonomia nel corso dell'evoluzione del processo ed è risultato un intenso e proficuo confronto di idee e metodi di progettazione sulle questioni essenziali del progetto. Il fatto che ciascun gruppo fosse costituito da alunni di scuole e nazioni differenti, ha fatto sì che il dibattito fosse più intenso, portando gli alunni a rafforzare la loro capacità di articolazione tra idee e sensibilità distinte e a gestire necessità organizzative e relazionali prendendo e assumento decisioni collettive.

Workshop in progress

i tre casi descritti mettono in evidenza il carattere eccezionale e differente di ciascuna delle esperienze. Ciascun caso costituisce una differente e intensa esperienza operativa tra docenti a alunni e corrisponde a un momento di pausa e di dislocamento nello spazio e nel tempo del quotidiano, rafforzando la predisposizione all'apprendimento e alla sperimentazione.

Riconosciamo il workshop come modello di apprendimento in continua sperimentazione, con differenti possibilità di variazione, tra le quali:

- lo Studio-Atelier, all'interno del quale gli alunni integrando e entrando in contatto con una struttura di lavoro simile a quella dello studio poiché i professori e gli architetti possiono instaurare una riflessione sui loro stessi medodi di lavoro;

- il workshop integrato all'interno di una struttura curricolare che intercetta i programmi di lavoro e i metodi tra docenti e scuole;

- il workshop come un lavoro di definizione tematica, circoscritto in uno spazio temporale ristretto nel quale convergono conferenze, visite e sessioni critiche, alla presenza di alunni e docenti di scuole differenti.

Comune a tutti i tipi di workshop è la concretizzazione di un approccio al progetto nel suo insieme che assicuri una sintesi coerente tra programma, procedimento e progetto.

Il lavoro di organizzazione e definizione delle metodologie e i modi di funzionamento – come la scelta di tema e sito di progetto, la selezione delle conferenze e le visite, la definizione dei procedimenti di funzionamento, presentazione e valutazione ha un valore decisivo nella conduzione di ogni workshop, assicurando il raggiungimento di obiettivi e l'ottenimento di risultati specifici e originali. Va rinforzata l'importanza dell'organizzazione di buone pubblicazioni capaci di integrare la sintesi delle riflessioni e la documentazione prodotta, sia per lo sviluppo di altre analoghe esperienze accademiche, sia per l'interesse dei suoi contributi pedagogici in termini di insegnamento.

Tenendo presenti i risultati positivi di questo tipo di situazione di insegnamento-apprendimento, sosteniamo sia da incrementare il suo sviluppo, riflettendo su come possa avvenire una maggiore integrazione con i programmi curricolari, il rafforzamento dello scambio tra scuole differenti e l'aumento di studenti e docenti coinvolti. Di fatto, riconosciamo nel workshop un modello di apprendimento dinamico, in continua trasformazione e sperimentazione che si presta ad essere costantemente ridisegnato per la concretizzazione di nuove e stimolanti situazioni di insegnamento della pratica dell'architettura.


Traduzione dal portoghese all'italiano di Carlo Gandolfi


João Matos Barros è architetto, dottore di ricerca in architettura e professore presso il Departamento de arquitectura della Universidade de Évora. 

Rui Mendes è architetto e professore presso la Universidade Autónoma de Lisboa e il Departamento de arquitectura della

Universidade de Évora.



Note

1 in Formació de l'Arquitecte (Symposium) (2005: Barcelona, Spain)

2 “Cascais. Uma escola para o Vale de Caparide”, 2007.
Docenti partecipanti: Inês Lobo + Rui Mendes, João Favila + Fernando Martins, José Adrião + Pedro Domingos, João Matos + Pedro Pacheco.
Júri Finale: João Luís Carrilho da Graça, Flávio Barbini e Ricardo Carvalho.

3 “Vale de Carenque, Cascais: do vale ao oceano”, SIA10, 2009.
Docenti partecipanti: STUDIU UP Croácia + Ricardo Silva Carvalho, António Jimenez Torrecillas + Rui Mendes, PEZZO ELLRICHSHAUSEN, Paulo David + Telmo Cruz, João Pedro Falcão de Campos + Nuno Micael.

Workshop Vale de Carenque, Cascais: do vale ao oceano, SIA10, Universidade Autónoma de Lisboa - Lavoro presentato - ZOOM

Workshop Vale de Carenque, Cascais: do vale ao oceano, SIA10, Universidade Autónoma de Lisboa - Lavoro presentato