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Mauro Marzo
Abstract
L'articolo illustra l'esperienza dell'Erasmus Intensive Programme
intitolato “Fortified Places” svoltosi in tre edizioni, tra l'aprile del 2012 e
il febbraio 2014, a Venezia, Parigi e Siviglia, e indaga il metodo di
insegnamento del progetto adottato nell'iniziativa. La discussione sui
progetti si è svolta a più livelli incrociati tra loro: studenti-studenti,
studenti-docenti, docenti-docenti e questo ha arricchito notevolmente lo
scambio di informazioni e metodi didattici intorno al progetto. Svolgendosi in
tale modalità, il trasferimento del sapere, dei punti di vista e delle
conoscenze è avvenuto sia sull’asse verticale (docente-allievo), sia sull’asse
orizzontale (studente-studente, docente-docente).
Premessa
Quest'articolo si pone l'intento di sottoporre al lettore alcune
considerazioni in merito ad un’esperienza internazionale di insegnamento del
progetto di architettura appena conclusa. L'Erasmus Intensive Programme (EIP)
del quale mi appresto a scrivere - intitolato “Fortified Places” e svolto tra
l'aprile del 2012 e il febbraio 2014 a Venezia, Parigi e Siviglia - ha visto il
coinvolgimento di quattro scuole di architettura: il Dipartimento
di Culture del Progetto dell'Università Iuav di Venezia, capofila del progetto,
il Departamento de
Arquitectura dell'Universidade da Évora (che ha partecipato solo alla seconda e
alla terza edizione), l’École Nationale Supérieure d’Architecture
Paris-Malaquais e la Escuela Técnica Superior de Arquitectura – Universidad de
Sevilla. Responsabili
scientifici dell’iniziativa sono stati: Joao Luis Carrilho da Graça (Évora),
Alberto Ferlenga (Venezia), Maria Salerno (Paris-Malaquais) e Antonio Tejedor
Cabrera (Siviglia).
Tale EIP si è svolto nell'ambito dei “Lifelong Learning Programme” finanziati dalla Comunità Europea nel quinquennio 2007-2013. L'ipotesi comunitaria alla base degli EIP consisteva nella volontà di sperimentare una modalità di svolgimento del programma Erasmus differente da quella canonica. Se abitualmente è il singolo studente a muoversi verso una sede universitaria estera nella quale compie una parte più o meno lunga del proprio percorso formativo, negli EIP è invece un gruppo di studenti e docenti di varie nazionalità a recarsi, per un periodo breve, in una sede universitaria ove si svolge un’esperienza di insegnamento intensivo sulla base di uno specifico programma.
Di seguito si intende descrivere al lettore i principali obiettivi posti dall’EIP “Fortified Places”, evidenziando gli aspetti di maggiore interesse e criticità dell'iniziativa, al fine di dare un contributo a chi volesse in futuro organizzare iniziative didattiche simili.
Il progetto didattico “Fortified Places” si proponeva di incrementare gli scambi didattici tra alcune scuole di architettura con le quali erano già state sperimentate in passato co-azioni pedagogiche (quali ad esempio il Seminario Itinerante di progettazione “Villard” con Paris-Malaquais e il Workshop Internazionale “Itálica: tiempo y paisaje” con Siviglia). I risultati positivi di tali co-azioni avevano indotto a presentare la candidatura per l’EIP con una doppia finalità: da una parte, stabilire un terreno di confronto tra le metodologie di approccio al progetto architettonico nelle scuole coinvolte; dall'altra, preparare gli studenti ad affrontare la complessità del tema proposto attraverso quella trans-disciplinarietà dei saperi sempre più richiesta dalla complessità della realtà attuale.
È a partire da tali scelte iniziali che si è deciso di strutturare le tre edizioni dell'EIP “Fortified Places” come veri e propri laboratori didattici in cui far convergere molteplici insegnamenti (la progettazione architettonica e paesaggistica, la storia del territorio, la fotografia, il restauro architettonico) indirizzati a definire non una mera sommatoria di nozioni, ma un ambito di apprendimento transdisciplinare.
Il tema del progetto
L’EIP “Fortified Places” ha inteso avviare una riflessione critico-progettuale sul ruolo dei luoghi fortificati nella costruzione dei paesaggi, siano essi naturali o urbani, sulla loro natura duplice di elementi puntuali e parti di un sistema più ampio e, soprattutto, sulle potenzialità che essi possono assumere in un progetto di salvaguardia e valorizzazione complessiva dei territori. In un momento storico in cui le funzioni militari si avviano in molti luoghi d’Europa ad essere dismesse, si rende sempre più evidente la necessità di progetti di salvaguardia, valorizzazione e riuso di ciò che resta di un imponente sistema di difesa bellica composto da manufatti risalenti ad epoche lontane o prossime.
La dismissione di un così grande sistema difensivo costituisce di fatto una straordinaria occasione per la restituzione di una molteplicità di spazi non accessibili alla collettività. Organizzando l’EIP si è ritenuto quindi che una sperimentazione progettuale, sia pur condotta in termini didattici, fosse in grado di fornire interpretazioni innovative del possibile ruolo dei manufatti militari in alcuni ambiti territoriali.
I siti fortificati, nel loro insieme, potrebbero infatti essere intesi come una costellazione di luoghi, come un sistema di manufatti talora di grande pregio e di notevoli potenzialità, come un insieme organizzato di “macchine” difensive da trasformare in luoghi di educazione alla storia e da utilizzare come occasioni di rilancio economico dei territori sui cui insistono.
La scelta compiuta è stata quella di affrontare lo studio del tema generale dei luoghi fortificati in tre contesti europei diversi, provando ad immaginare i manufatti militari come potenziali capisaldi per la definizione di una serie di azioni progettuali volte a migliorare la qualità dei vari territori.
L'EIP proponeva quindi agli studenti di lavorare su un tema specifico - il recupero dei luoghi militari dismessi o adibiti a funzioni non appropriate al loro valore storico - in tre contesti assai differenti: quello di grande delicatezza ambientale della laguna di Venezia (2012), quello spettacolare dei forti affacciati sull'oceano a Cadice (2013) e infine quello metropolitano della Grand Paris (2014).
Il metodo di insegnamento
L'esperimento metodologico realizzato dall’EIP è consistito nel volere far compiere agli studenti, in 17 giorni di workshop, un percorso di rapido avvicinamento al tema progettuale e alla specificità dei contesti, attraverso il dialogo serrato tra i partecipanti e un confronto tra le discipline. Il workshop intendeva avvalersi infatti della presenza di figure portatrici di saperi distinti e indurre gli studenti a riflettere sulla necessità di far convergere nella sintesi progettuale le competenze espresse dai singoli settori disciplinari.
Ad esperienza compiuta, si può affermare che il programma ha assunto la forma di un vero e proprio laboratorio in cui docenti con varie competenze hanno continuamente discusso insieme con gli studenti, affidando all'elaborazione progettuale un ruolo di conoscenza sia dei luoghi che delle problematiche ad essi correlate.
Pur se breve e intenso, il percorso formativo si articolava in due momenti di apprendimento: il primo consisteva in una serie di lezioni, il secondo nell’elaborazione progettuale intesa come “research by design”.
Le lezioni hanno avuto il carattere di attività istruttorie volte a costruire il campo di conoscenze necessarie ad affrontare il tema dei luoghi fortificati e la peculiarità dei siti e si sono potute avvalere non solo dell'apporto di docenti universitari, ma anche del contributo di rappresentanti delle istituzioni di governo dei territori e di funzionari degli organi di tutela e salvaguardia dei beni architettonici e paesaggistici. Le lezioni sono state specificamente indirizzate all’approfondimento di questioni relative alla specificità storica dei luoghi fortificati, e ad esse si sono sempre fatte seguire discussioni collettive volte ad accrescere negli studenti la capacità di interpolare i saperi e di selezionare criticamente le informazioni utili al progetto.
Anche se sicuramente non inedito, l'aspetto più innovativo del workshop è consistito nel fatto che, subito dopo i sopralluoghi alle aree progetto, si sia proceduto alla formazione di gruppi misti di studenti (francesi, italiani, portoghesi e spagnoli). Ciascun gruppo elaborava il proprio progetto autonomamente, evitando deliberatamente di affidare la responsabilità del progetto ad un singolo docente.
Al contrario, i docenti, anch'essi mescolati per scuola di provenienza e nazionalità, discutevano insieme con i vari gruppi di studenti, evidenziando i punti di forza e di debolezza di ciascuna strategia progettuale. La discussione intorno ai progetti, quindi, si svolgeva a più livelli incrociati tra loro: studenti-studenti, studenti-docenti, docenti-docenti, arricchendo notevolmente lo scambio di informazioni e di punti di vista. Svolgendosi in tale modalità, la trasmissione del sapere è avvenuta, dunque, non solo attraverso la classica lezione ex-cathedra, ma anche attraverso il dialogo e l’induzione, facendo sì che il trasferimento delle conoscenze avvenisse sia sull’asse verticale (docente-allievo), sia sull’asse orizzontale (studente-studente, docente-docente).
É proprio in questa fase di elaborazione progettuale che il workshop ha forse raggiunto i suoi migliori risultati in quanto, pur partendo da approcci al progetto spesso assai differenti, i discenti hanno dimostrato una notevole capacità di discussione e confronto e una interessante predisposizione all'ibridazione e alla contaminazione dei rispettivi punti di vista progettuali.
Per converso, osservando gli esiti progettuali dei tre workshop (gli esiti delle prime due edizioni dell'EIP sono pubblicati in M. Marzo, ed. by, Fortified Places in the Venetian Lagoon, 2012; A. Tejedor, M. Linares, ed. by, Fortified Places in the Bay of Cadiz; il terzo volume, relativo al workshop sulle fortificazioni della “Grand Paris”, sarà pubblicato entro il 2014), è possibile evidenziare come la composizione mista dei gruppi e l'assenza di un docente responsabile per ciascun gruppo abbia determinato l'affioramento di un’eccessiva consanguineità tra i progetti e l’affievolimento delle differenze tra linguaggi architettonici e approcci metodologici.
Volendo tuttavia, al di là dell’aspetto critico appena sollevato, provare a verificare l'utilità di questo programma di insegnamento “intensivo” nella formazione degli studenti, potrebbe essere importante sottolineare che il tema dei luoghi fortificati e la peculiarità dei casi-studio individuati hanno portato i discenti, da un lato, a doversi misurare in tempi molto stretti con la sperimentazione e il controllo delle diverse scale di progetto, dall'altro, a dover riflettere sul rapporto tra l’introversione di architetture nate per scopi difensivi e le mutate esigenze del presente che impongono l’individuazione di ruoli del tutto nuovi, pur appropriati al loro carattere storico/costruttivo per quei manufatti.
Domandandosi infine se questa immersione “intensiva” nell’insegnamento del progetto abbia sortito un arricchimento anche per i docenti, si può provare a rispondere evidenziando come il workshop abbia sortito almeno tre esiti di un certo interesse: l’attivazione di un confronto internazionale tra le metodologie di approccio al progetto in ambiti connotati da preesistenze militari; la definizione delle modalità di articolazione di un percorso didattico in cui far confluire discipline differenti; e infine la sperimentazione di un metodo di insegnamento laboratoriale in cui si trae vantaggio dallo scambio e dall’eventuale ibridazione delle tradizioni progettuali di cui ciascuna scuola è portatrice.
Mauro Marzo è ricercatore in Composizione architettonica e urbana presso l'Università Iuav di Venezia e membro del consiglio di curriculum in Composizione architettonica presso la Scuola di dottorato Iuav.
Bibliografia
Marzo, M. (2012). Fortified Places in the Venetian Lagoon. Parma: Festival Architettura Edizioni.
Tejedor Cabrera, A., Linares Gómez del Pulgar (2013). Fortified Places in the Bay of Cadiz. Parma: Festival Architettura Edizioni.
Sitografia
http://www.iuav.it/fortifiedplaces
http://ensapm.wix.com/fortifiedplacesparis