Ti trovi in: Home page > Archivio Magazine > La città come teatro
Abstract
Il lavoro di progettazione del nostro ufficio nel corso degli ultimi 15 anni comprende social housing, piscine pubbliche e progetti di teatri. Questi progetti apparentemente distanti condividono un filo comune che attraversa la loro forma concettuale se non fisica: il concetto di “stanza urbana” come teatro.
In ogni caso, sia che si tratti di una piscina, di un teatro o di un’abitazione, mobili o adattabili a diversi siti, nel corso di questi progetti sono privilegiati gli spazi cosiddetti di “impegno sociale”. Queste stanze urbane, nelle parole di Aldo Rossi, agiscono per approntare la scena per il teatro della vita quotidiana.
Una casa è come una piccola città e una città è come una piccola casa.
Leon Battista Alberti
Tutto il mondo è un palcoscenico e la maggior parte di noi è disperatamente impreparata.
Sean O’Casey
I progetti elaborati dal nostro studio nel corso di oltre quindici anni di attività comprendono temi di social housing, piscine pubbliche e progetti di teatri (non realizzati). Questi temi apparentemente molto diversi fra di loro, condividono un comune punto di vista che coinvolge la loro forma concettuale piuttosto che quella fisica: considerare la stanza urbana come un teatro.
Questa modalità di interpretazione del teatro, almeno nei primi due casi, non intende suggerire un luogo dedicato a performances teatrali, o un palcoscenico con attori, ma piuttosto uno spazio di interazione, un’occasione di incontro dove i ruoli dell’osservatore e dell’osservato sono costantemente rimessi in gioco.
Inoltre, le piscine e i teatri mobili sono pensati come strutture pubbliche che si muovono da un luogo ad un altro, con un carattere temporaneo o stagionale. L’abitare, d’altra parte, tipicamente legato e radicato a un luogo specifico, è qui inteso come un DNA mobile o una matrice urbana in grado di produrre immagini di spazi collettivi adatti a riempire qualsiasi area irregolare.
In tutti e tre i casi resta implicita la questione della permanenza e della mobilità, il tema del trascorrere del tempo, la perdita e la memoria.
Sei progetti abitativi per luoghi residuali
La supportive housing è un’abitazione ibrida realizzata con finanziamento pubblico, che combina piccoli appartamenti-laboratori e servizi di supporto – trattamenti medici, consulenza, formazione professionale. L’edificio ospita anche spazi di aggregazione quali biblioteche, sale da pranzo e palestre. Come primo obiettivo, nei nostri progetti le singole unità si organizzano attorno a una corte con giardino che garantisce la definizione di spazi di incontro sicuri e attrattivi, “stanze all’aperto”, destinati a persone precedentemente senza abitazione.
Una delle principali sfide, e forse la più grande opportunità del progetto, consiste nell’individuazione dei siti. Con l'attuale scarsità di lotti a basso costo con ampio affaccio su strada, la maggior parte dei cantieri destinati a imprese no-profit sono costituiti da lotti di risulta: lotti stretti su strada e profondi, di forma curva, triangolare o trapezoidale, molte volte in pendenza o con rocce affioranti. L’alta densità del programma di social housing fa sì che questi edifici siano perfettamente aderenti alla forma del sito. Il risultato è una grande varietà di forme a dispetto di un programma simile. Consideriamo questo lavoro come caso studio nell’intervento in spazi urbani residuali.
Ogni luogo presenta un proprio grado di mistero e piacevolezza. In tutti e sei i casi piante e sezioni sono costantemente ottimizzate e affinate al fine di ottenere il massimo dell’efficienza e dell’effetto spaziale: la sequenza di ingresso presenta altezze differenti producendo effetti di compressione e dilatazione; configurazioni sfalsate garantiscono l’ingresso della luce naturale nei corridoi pubblici e nelle aree di attesa; tra i vuoti delle aperture regolari sono scavate delle figure “collettive” di maggiori dimensioni.
Dal punto di vista tecnico, malgrado il ridotto budget a disposizione, sono stati impiegati sistemi innovativi: involucri ad alte prestazioni con riscaldamento centralizzato e raffrescamento tramite fan coil, tetti verdi, ascensori silenziati, illuminazione ed elettrodomestici ad alta efficienza energetica, materiali riciclati e riciclabili. La mutevolezza dei vincoli di bilancio, delle richieste dell’ente e dei tempi, sono stati a volte motivo di frustrazione ma anche liberatòri. Le soluzioni progettuali devono essere semplici, chiare ed efficaci e ogni elemento deve assolvere a più funzioni.
La piscina galleggiante
Dal punto di vista progettuale, abbiamo affrontato il tema della piscina galleggiante nello stesso modo in cui ci poniamo di fronte a qualsiasi progetto urbano: scegliamo una forma di organizzazione che sia in grado di esprimere l’essenza dell’azione di aggregazione e impegno sociali. In questo caso abbiamo definito una corte rivolta al sole, uno spazio pubblico di ampie dimensioni, chiuso su tre lati mentre il rimanente si apre sulla piscina e il panorama. Le prescrizioni normative riferite agli ingressi, agli spogliatoi e alle docce ci hanno indotto a costruire una sequenza tortuosa di spazi ognuno delimitato da cabine rivestite di legno con lucernari. La messa a punto del progetto e la formazione della squadra di tecnici – idraulici, meccanici e strutturisti, un consulente per la piscina, ingegneri dell’ormeggio e della profondità, consulenti per la normativa e direttori dei lavori – si è rivelato essere la parte più semplice.
Le sfide sono state molte nel corso dei sei anni di lavoro: l'individuazione di una chiatta dismessa delle giuste dimensioni e non arrugginita; far fronte all'aumento del costo dell'acciaio; la ri-progettazione e le varianti di dettaglio specifiche delle costruzioni navali. Nel frattempo sono state necessarie le approvazioni da parte del Corpo degli Ingegneri dell'Esercito, della Guardia Costiera, del Building Department of Homeland Security. E infine si è aggiunto alle difficoltà di raccolta fondi nel periodo successivo alla crisi “dot-com”, l'imprevisto uragano Katrina, che ha ritardato la costruzione di oltre un anno.
La nostra perseveranza è stata comunque ripagata. La piscina galleggiante è stata ormeggiata alla banchina “Pier 4” sul lungomare di Brooklyn all'inizio dell'estate del 2007. Dopo una nottata di lavoro (e dopo aver subito al mattino stesso dell’apertura il controllo finale del Dipartimento di Sanità), mi rivedo stanco ma felice a guardare da uno dei padiglioni come il primo gruppo di ragazzi si riversava attraverso le passerelle e gli spogliatoi sulle lunghe rampe che conducono al ponte-piscina. Abbiamo svolto un importante ruolo nel realizzare un nuovo spazio sociale per i bambini di New York: questo ci ha ricompensati di sette anni di duro lavoro.
Oggi, con la piscina galleggiante utilizzata da mille bambini al giorno durante i mesi estivi a Hunts Point, nel Bronx, ce ne hanno commissionata una seconda per Brooklyn Bridge Park la cui apertura è prevista per l'estate 2016.
Tre progetti di Teatro
I tre progetti di teatro qui descritti sono variazioni sullo stesso tema realizzate in diversi luoghi e con diversi committenti. Il tema progettuale è basato sulla ripetizione di palchi cellulari che definiscono lo spazio collettivo del teatro-casa attraverso l'utilizzo di spazi discreti lungo i loro bordi. Lo sviluppo dello schema lineare o curvilineo ha costituito un'indagine sul doppio ruolo della struttura intesa ora come scena e ora come spalto, mettendo in discussione le nozioni tradizionali di spazio per lo spettatore e spazio per l'attore.
Il progetto del Music Mountain Performance Center, sede del più antico festival di musica da camera degli Stati Uniti, è consistito nell’ampliamento dei servizi per gli studenti. Il sito per il nuovo centro si trova a Falls Village nel Connecticut su una collina boscosa che sorge dietro il campus esistente risalente agli anni '30 e composto da edifici realizzati con la tecnologia Sears Kit buildings. Il nuovo edificio multifunzionale ospita alloggi temporanei, aule prova e uditori per gli studenti di musica che frequentano le sessioni estive della durata di due settimane. Ogni unità abitativa (di m 2.75 x 3.00) contiene un letto a scomparsa, un armadio e una grande finestratura affacciata sul palco e funziona come sala prove durante il giorno, camera da letto durante la notte e palco durante le performances. I bagni e le docce sono situati alle estremità della platea come anche le torri delle scale circolari. La struttura del palcoscenico ospita vari dispositivi per le rappresentazioni: i piani sono incernierati all’esterno per poter essere utilizzati come copertura dell’orchestra, oppure possono scorrere sul retro per creare uno spazio profondo utile alle rappresentazioni teatrali e agli spettacoli di danza. Quando non utilizzata per le rappresentazioni, l’area del backstage serve come sala da pranzo collegata alla dispensa. La costruzione modulare è composta da legno lamellare, da un rivestimento in doghe e da un pavimento in assi di legno.
Il progetto della struttura smontabile delle sedute per Castle Clinton a Battery Park, NYC, è stato commissionato dalla Conservancy for Battery Park and the National Park Service.
La fortificazione originale in pietra, eretta nel 1808, venne usata come sala da concerti pubblica grazie alla copertura realizzata nel 1824. Attualmente il Forte, senza copertura, viene utilizzato come centro informazioni e come luogo per eventi informali. Il nuovo teatro all’aperto comprende un’impalcatura di tre piani di palchi disposti ad arco inserita nelle mura del castello 6 metri sopra di esso. Lo scheletro arcuato delle sedute posto di fronte ad un piccolo palcoscenico, da origine a uno spazio teatrale più formale, ampliando la capacità del teatro a 400 posti. Una piattaforma-belvedere orientata verso il porto di New York è sospesa sulle mura del Castello; sono inoltre presenti due torri-scala che garantiscono accessi addizionali ai palchi.
Il Teatro galleggiante, precursore della Piscina galleggiante, e costruito sul ponte di una chiatta è pensato quale edificio destinato ad ospitare rassegne cinematografiche o spettacoli all’aperto. Il Teatro potrà essere ormeggiato in differenti luoghi intorno a Manhattan nel corso delle rassegne estive. Il punto centrale di questo luogo di incontro da 600 posti è una struttura di 4 piani di sedute comprensiva di palchi all’aperto rivolti verso il palcoscenico e lo schermo di proiezione. La struttura delle sedute è realizzata in acciaio, con un pavimento in assi di legno, e tende di tessuto. Il resto dei posti a sedere degli spettatori consiste in un set di sedie pieghevoli collocate sul ponte della chiatta, così da permettere a questo spazio di essere liberato in qualsiasi momento per eventi, danze e mostre.
In ognuno dei casi, sia che si tratti di una piscina, di un teatro o di abitazioni, mobili o adattabili ai diversi luoghi, nel progetto vengono privilegiati gli spazi di aggregazione. Ognuno di questi progetti, intesi come “stanze urbane”, tende, secondo le parole di Aldo Rossi, ad “apparecchiare la tavola” per il teatro della vita di ogni giorno.
Jonathan Kirschenfeld Architect PC è riconosciuto a livello internazionale per l'eccellenza di una vasta gamma di progetti rispettosi dell'ambiente e socialmente sostenibili, con eccezionali credenziali in materia di social housing, centri per l'infanzia, attività ricreative e strutture di servizio.
Lo Studio Kirschenfeld è meglio conosciuto per la sua riconversione di una nave da carico in una Piscina Galleggiante. Il complesso ha ospitato oltre 50.000 visitatori durante la sua prima stagione di otto settimane a Brooklyn e ora serve fino a 1.200 bagnanti ogni giorno al Hunt’s Point, Bronx.
Kirschenfeld ha recentemente fondato l'Institute for Public Architecture (IPA), un'organizzazione senza scopo di lucro per promuovere l'architettura socialmente impegnata attraverso progetti di ricerca urbana e un programma di residenze per designers.